Valida alternativa ai classici primi piatti, il cous cous di pesce alla trapanese è una pietanza sfiziosa e profumata, molto apprezzata dagli amanti del pesce fresco e dei sapori genuini del Mediterraneo. Inoltre, la sua somiglianza ad un’ insalata di riso e la sua particolarità di poter essere mangiato anche freddo, rendono esso un piatto tipicamente estivo. E’ un ottimo piatto per pranzi, cene o buffet in compagnia.
Il cous cous di pesce alla trapanese è un piatto popolare ed economico, in quanto è nato nelle case di famiglie povere o che non potevano permettersi chissà quali lussi. Quindi, come ogni ricetta tradizionale ha diverse varianti: oggi ve ne proponiamo una gustosa, semplice da realizzare, ma non veloce, basata sul brodo di pesce, quali scorfani, boghe, etc…
Seguiteci con attenzione e non ve ne pentirete. Iniziamo!
- Difficoltà: Facile
- Persone: 6
- Preparazione: 40 min.
- Cottura: 1 ora.
Ingredienti per il cous cous di pesce alla trapanese
- 600g Semola di grano duro (cous cous)
- 2 Spicchi d'aglio
- 2 Cipolle
- 500 g Passata di pomodoro
- q.b. Prezzemolo
- q.b. Sale
- q.b. Olio
- q.b. Pepe
- 1kg Pesce da zuppa (scorfani, boghe, etc...)
- q.b. Acqua
- q.b. Farina
Procedimento per la zuppa di pesce del cous cous
Per iniziare, preparate la zuppa di pesce, mettendo in una pentola capiente olio, prezzemolo, una cipolla e uno spicchio d’aglio. Fate soffriggere il tutto per qualche minuto. Dopodiché aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere per altri 5 minuti fino al raggiungimento di una buona cottura. Quindi incorporate il pesce, comprato e pulito in precedenza, e dell’acqua che va a ricoprire a filo tutto il composto. Salate, mescolate e fate cuocere per circa 30 minuti. Una volta cotto il pesce, filtrate il tutto per ottenere il brodo che verrà assorbito dal cous cous, dandogli un sapore particolare.
Procedimento per il cous cous di pesce alla trapanese
Nel contempo preparate il cous cous, lavorando, a piccole quantità, la semola di grano duro, inumidita da un pò di acqua, con il palmo della mano fino a che i granuli assorbano il liquido. Ogni pugno di cous cous lavorato va messo in una grande insalatiera. Successivamente mischiate al cous cous il preparato di prezzemolo ed aglio frullati in precedenza e aggiungete sale, pepe ed olio per amalgamare e profumare il tutto.
Impastate, con acqua e farina, dei cordoni di pasta da mettere attorno alla cuscussiera di terracotta. Questo passaggio serve per sigillare il punto di unione tra essa e la pentola, piena di 4/5 l di acqua ed un filo d’olio, e non fare disperdere troppo il vapore, importante per la cottura. Ricoprite il fondo della cuscussiera con la cipolla tagliata a grosse fette, utilizzata come trucco, se risulta disfatta alla fine, per capire se la cottura è stata perfetta o meno. Versate ora sopra il cous cous.
Create, sempre con acqua e farina, degli anellini di pasta, che, messi anch’essi nella cuscussiera, vi serviranno per capire, quando non saranno più molli, se il cous cous è pronto. Dunque mescolate e fate cuocere a fiamma moderata per circa un’ora gli ingredienti presenti dentro l’accoppiata cuscussiera – pentola.
Quando il cous cous sarà ben cotto, trasferitelo in un’ ampia zuppiera e bagnatelo, tramite un mestolo, con il brodo di pesce caldo preparato prima. Aspettate che si assorba un pò prima di servire il piatto a tavola.
Il cous cous di pesce alla trapanese è pronto per essere degustato!
Consigli
- Il cous cous di pesce si può conservare per un massimo di due giorni in frigorifero, trascorsi i quali non conviene più consumarlo in quanto il pesce, purtroppo, inizia a deteriorarsi.
- E’ consigliabile servirlo a tavola con vini bianchi e rosati freschi.
- Esso è ottimo anche se consumato a temperatura ambiente.
- Tradizionalmente, il cous cous di pesce alla trapanese non è precotto ma preparato a mano utilizzando la semola di grano duro. Il prodotto precotto è consigliabile solo quando si vuole risparmiare tempo nella preparazione e nella cottura, però non dà gli stessi piaceri gustandolo.
- Per garantire una cottura al vapore perfetta, occorre sigillare la cuscussiera (se fatta di terracotta) nel suo punto di unione con la pentola tramite anche uno straccio bagnato e non per forza con un cordone di pasta. Se la cuscussiera è di metallo ad incastro, non occorre sigillare nulla.
- La ricetta può essere arricchita aggiungendo lo stesso pesce da cui si ricava il brodo o altro pesce sopra il cous cous prima di servirlo a tavola, oppure unendo ad esso verdure come zucchine e peperoni tagliati fini.
Le origini del cous cous
Il cous cous di pesce è uno dei vanti della tradizione trapanese, una bontà che ha impreziosito la già nota ed apprezzata cucina siciliana. Come si può facilmente intuire dal nome, però, questo piatto non ha origini italiane.
Nacque durante il Medioevo, tra il VII e l’VIII secolo, nelle coste maghrebine e nell’Africa subsahariana, divenendo il piatto principale di queste regioni, come testimoniano i vari trattati pubblicati nel corso dei decenni successivi che lo descrivono come una pietanza simbolo di pace ed amore. Considerato come piatto popolare utile per conservare facilmente e in tempi lunghi i cereali, il cous cous è consumato in grandi quantità ancora oggi nell’Africa nord-occidentale, accompagnato soprattutto da verdure, carne di agnello o carne di montone e brodo.
E quando arriva in Sicilia?
Nella seconda metà dell’ottocento, l’antropologo Giuseppe Pitrè, in un saggio sugli usi e costumi culinari dei siciliani, riportò un episodio risalente al 1777 relativo ad un matrimonio tenutosi a Trapani in cui il parroco rimase estasiato nell’assaggiare un piatto descritto uguale a quello tipico nordafricano, arrivato li grazie ai saraceni. Alla luce delle poche fonti a disposizione, risulta difficile però dire con certezza se il cous cous sia stato introdotto nella cucina trapanese durante la dominazione musulmana nell’Isola, considerando la forte influenza della cultura arabo-islamica esercitata sui costumi siciliani fino alla metà del duecento, oppure se sia arrivato a Trapani in seguito alle relazioni e agli scambi avvenuti nel tempo con le aree nordafricane.
Fu solo nel 1910 che il cous cous, o cuscus, venne annoverato ufficialmente fra i piatti tipici siciliani, grazie ad Armando Cougnet che, nel suo ricettario “L’arte Cucinaria in Italia”, fu il primo ad associarlo a Trapani. Il cous cous di pesce alla trapanese è stato inserito poi anche dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali tra i prodotti agroalimentari tradizionali siciliani.